IL PIEDE PIATTO NEL BAMBINO

Il piede piatto è sicuramente il motivo più frequente di visita ortopedica nei bambini.

Fortunatamente nella maggioranza dei casi si tratta di una condizione benigna, che comunque non va sottovalutata per escludere patologie più gravi.

Il piede piatto si caratterizza per la riduzione o la scomparsa della volta plantare longitudinale che, in base all’entità, distinguiamo in quattro gradi ingravescenti. La causa di questa deformità risiede in un anomalo rapporto tra le due ossa del retro piede, astragalo e calcagno, in carico. In particolare l’astragalo tende a scivolare sul calcagno verso la parte interna del piede ed il calcagno ad inclinarsi verso l’esterno. Tale deformità comporta anche modificazioni posturali all’avampiede ed all’arto inferiore.

Fino a 4-5 anni di età il piede del bambino è fisiologicamente piatto, poi subisce un processo di maturazione progressiva che porta alla formazione della volta plantare che si completa intorno ai 12-13 anni.

Distinguiamo due forme cliniche di piede piatto infantile, il flessibile ed il rigido:
Il piede piatto flessibile è il più comune (oltre 95% dei casi) spesso associato a lassità articolare generalizzata e ad altri disturbi posturali (avampiede supinato, ginocchio valgo marcia a punte intraruotate, iperlordosi lombare).

Il piede piatto rigido, molto più raro ma più grave, è caratterizzato da rigidità e dolore del piede ed è associato ad anomalie scheletriche congenite del retro piede.
L’esame clinico del bambino permette di valutare l’entità del piattismo: se è rigido o manualmente correggibile, se sono presenti altre alterazioni posturali e, nel tempo, se la deformità tende a migliorare o meno.

Trattamento del piede piatto del bambino

Il trattamento inizialmente è conservativo sia nella forma flessibile che in quella rigida e si avvarrà a secondo del tipo e gravità della patologia di kinesiterapia, alcune regole comportamentali e, nelle forme più marcate, di plantari.
Nei bambini in cui persista a 10-13 anni una deformità importante (3°-4°) grado di piede piatto flessibile trova indicazione l’intervento di calcanea-stop che, mediante l’impianto di una particolare vite tra astragalo e calcagno, o infissa direttamente nel calcagno o nell’astragalo, limita la eccessiva pronazione del retro piede alla base della deformità.

In una piccola percentuale di questi pazienti può essere necessario eseguire altri piccoli atti chirurgici, effettuati con mini-incisioni, sul tendine tibiale posteriore e sul tendine d’Achille per ottenere una migliore correzione.

La riabilitazione post-operatoria è semplice ed il carico con bastoni è permesso fin dal primo giorno dopo l’intervento.
Nei rari casi di piede piatto rigido l’indicazione all’intervento è spesso più precoce e l’atto chirurgico verrà modulato sul tipo di deformità scheletrica presente.